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SAINT MARTEEN

Mare turchese, spiagge bianchissime e vegetazione lussureggiante. E’ il tipico paesaggio tropicale che caratterizza le migliaia di isole dei Caraibi. Ma oltre a questa immagine da sogno, pur sempre piena di fascino, che accomuna questi piccoli angoli di paradiso, si celano luoghi ogni volta diversi uno dall’altro. Ciascuno con la propria storia, la propria anima. Come nel caso di Saint Martin, in cui risiedono le tracce della sua storia e della sua identità. Con i suoi soli 87 kmq di superficie è, infatti, il territorio abitato più piccolo del mondo ad essere diviso fra due stati: la Francia e l’Olanda. Un mix di culture, europea e caraibica, che le conferisce un fascino unico e particolare.  Situata in pieno Oceano Atlantico, nelle Piccole Antille, tra Anguilla e Saint Barth, le emozioni di Saint Martin cominciano fin dall’arrivo sull’isola. Per le sue dimensioni contenute, infatti, i grandi aerei dei voli internazionali devono atterrare su una pista appena sufficiente, passando a bassissima quota sopra di Maho Beach. Un’emozione per i passeggeri ma, ancora di più, per i tanti turisti che amano venire su questa spiaggia per provare l’ebbrezza di essere investiti dal vento fortissimo causato dal getto dei motori.Saint Maartin possiede delle splendide spiagge di sabbia bianca, in una varietà che va dai litorali turistici più affollati alle ampie baie isolate. La gran parte delle spiagge più belle e più selvagge si trova sul lato francese. Dawn Beach è uno dei posti migliori per nuotare e praticare snorkelling. Gli appassionati di questo sport si imbatteranno facilmente in fluttuanti gorgonie, teneri coralli e piccoli pesci tropicali. Quando il moto ondoso aumenta, Mullet Bay è un buon posto per fare bodyboarding. Il luogo migliore per fare immersioni è Proselyte Reef, pochi chilometri a sud di Philipsburg, dove nel 1802 si inabissò, alla profondità di 15 m, la fregata inglese HMS Proselyte. In quest’area esistono altre 10 zone di immersione che offrono barriere coralline e caverne da esplorare. Sull’isola è possibile spostarsi in bici. Potete farvi un giro costeggiando Simpson Bay Lagoon, oppure attraversare la frontiera verso la parte francese e arrampicarvi fino ai 425 m di Pic Paradis.

 Guadalupa

Gli occhi incollati alle onde pronti a intercettare la coda di un capodoglio, la silhouette di un delfino o le pinne di una megattera, il binocolo a portata di mano, le orecchie tese per cogliere il canto d’amore delle balene. Bouillante, costa ovest di Basse-Terre, nel tratto di mare che circonda l’isolotto di Pigeon, protetto dalla Riserva Naturale Cousteau, tra novembre e aprile le balene gobbe, i grandi capidogli e i delfini cominciano la loro migrazione dal Mar dei Caraibi verso acque più fredde. «Con un po’ di fortuna», spiega Philippe Sahagian di Évasion Tropicale, associazione che studia e protegge cetacei e tartarughe marine, e organizza escursioni di whalewatching a bordo di un veliero, «si possono vedere le megattere danzare».Le isole della Guadalupa sono una sintesi della potenza della natura: acque dove vivono e si riproducono i giganti del mare, lagune cristalline dai colorati fondali, spiagge bordate da palme con la sabbia che vira dal nero al bianco passando per l’oro e l’ocra, montagne che s’impennano in vulcani e si spaccano per accogliere impetuose cascate, una vegetazione impenetrabile e antica, coste dove la terra abbraccia il mare dissipandosi in mangrovie rosse, bianche e grigie.

 Martinica

La Martinica è una fetta di Francia trapiantata ai tropici. Gli abitanti locali vestono secondo la moda parigina, mangiano le baguette e i croissant nelle pasticcerie all’angolo e pagano in franchi. La musica ‘zouk’ che proviene da registratori, bar e night-club ricorda, tuttavia, che l’isola ha una cultura propria solidamente ancorata alle tradizioni creole. La capitale della Martinica, Fort-de-France, è una città elegante e moderna e con i suoi 100.000 abitanti è la più grande delle Antille francesi. L’urbanizzazione si è estesa a gran parte dell’isola e la maggioranza dei centri abitati assomiglia a dei moderni sobborghi. Ciò nonostante, quasi un terzo dell’isola è ricoperto da foreste e altre aree sono destinate alla coltivazione di ananas, banane, canna da zucchero. Si trovano ancora villaggi di pescatori e remote spiagge inviolate e ci sono moltissimi sentieri per effettuare escursioni a piedi nelle montagne. Gli altipiani dell’isola offrono grandi opportunità di effettuare escursioni a piedi a breve distanza da Fort-de-France, in particolare nella foresta dei Pitons du Carbet o fino ai resti dello Château Dubuc nella Penisola di Caravelle. Percorsi più impegnativi risalgono i fianchi del Mont Pelée nell’angolo nordoccidentale dell’isola e nella poco sviluppata costa settentrionale. Nella costa sudoccidentale si trovano molte delle più belle spiagge di sabbia bianca o scura e le migliori opportunità per nuotare. Le scure spiagge lungo la costa nordorientale hanno in genere delle acque pericolose. Nella zona di Trois-Islets, Anse-à-l’Ane e Anse Mitan hanno entrambe spiagge sabbiose molto affollate.

Oltre una decina di barche furono affondate nella baia di Saint-Pierre dall’eruzione vulcanica del 1902, rendendo questa zona molto interessante per gli amanti delle immersioni subacquee. Grand Anse, con le sue acque calme e le belle scogliere coralline, è un frequentato luogo di immersioni adatto ai principianti. Cap Enragé, a nord di Case-Pilote, ha delle grotte sottomarine abitate da molti pesci e aragoste. Anche Rocher du Diamant ha delle grotte ma l’acqua è più pericolosa. Ilet la Perle, una roccia al largo della costa nordoccidentale, è un ottimo luogo per avvistare cernie, anguille e aragoste, quando le condizioni del mare lo permettono. I punti migliori per praticare lo snorkelling sono intorno a Grand Anse e Sainte-Anne e lungo la costa che va da Saint-Pierre ad Anse Céron

Antigua

L’ente del turismo di Antigua informa i turisti che l’isola possiede 365 spiagge, “una per ogni giorno dell’anno”. Il numero sarebbe forse da verificare, questo non toglie che le spiagge di Antigua siano davvero numerosissime e tra le più belle dei Caraibi, con barriere coralline e relitti per fare snorkelling e immersioni. L’isola affascina anche per la piacevole atmosfera coloniale che emana dai vecchi mulini di pietra, dalle antiche piantagioni di canna da zucchero abbandonate da tempo e dalla base navale totalmente rinnovata del Nelson’s Dockyard (arsenale che prende il nome dall’illustre Orazio Nelson). Quasi tutte le spiagge di Antigua, magnifiche distese di sabbia bianca o dorata protette dalla barriera corallina, sono pubbliche. Tra le più belle in assoluto vi sono le spiagge adiacenti Dickenson e Runaway, sulla costa orientale, Deep Bay e Hawksbill Beach a ovest di St John’s, e Darkwood Beach a sud del Jolly Harbour. Half Moon Bay è tra le più belle spiagge della costa orientale, mentre nella zona di English Harbour segnaliamo Galleon Beach e la remota Pigeon Beach. Il nudismo è praticato lungo una porzione di Hawksbill Beach. Ad Antigua si trovano alcuni eccellenti siti di immersione con canyon di coralli, pareti e grotte sottomarine. Tra le specie marine della zona si incontrano testuggini, squali, barracuda e pesci della barriera corallina. La costa occidentale, molto riparata, è adatta ai windsurfisti alle prime armi, mentre le coste orientali, più esposte ai venti, permettono ai più esperti di fare slalom e wave-slalom. Tra gli sport acquatici, si può praticare la pesca d’altura. L’associazione culturale che gestisce il Museo di Antigua e Barbuda organizza ogni mese degli itinerari su un tema ambientale o culturale della durata di circa 90 minuti: in genere le escursioni comprendono la visita ad antiche proprietà o passeggiate alla scoperta dei paesaggi dell’isola.

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